Notte Santa! Un canto di esultanza, in giubilante gratitudine, percorse un tempo tutti i piani del Creato, quando il Figlio di Dio Gesù nacque nella stalla di Betlemme, e i pastori nei campi, ai quali durante questa gioiosa commozione dell'universo fu tolta la benda dagli occhi spirituali, perché potessero testimoniare quell'incommensurabile evento e gli uomini lo notassero, si prosternarono timorosi perché furono sopraffatti da ciò che per loro era nuovo, meravigliosamente inafferrabile.
Ebbero terrore quei pastori, che per breve tempo furono fatti, a quel fine, chiaroveggenti e anche chiaroaudienti. Terrore di fronte alla grandezza dell'evento, alla Onnipotenza di Dio che vi si mostrava! Per questa ragione l'annunciatore dalle Cime luminose disse loro anche per prima cosa, per tranquillizzarli: «Non temete!»
Queste parole troverete sempre di nuovo quando un annunciatore dalle Vette luminose parla agli uomini; perché è timore, che gli uomini terreni, nello scorgere e udire annunciatori superiori, intuiscono sempre per prima cosa, causato dalla pressione dell'energia alla quale in momenti simili sono anche un poco aperti. Solo in minima parte; perché un poco di più non potrebbe che schiacciarli e bruciarli.
Eppure dovrebbe essere gioia, non terrore, quando lo spirito dell'uomo tende verso la Vetta luminosa.
Non a tutta l'umanità ciò fu manifesto nella Notte Santa! Eccetto la stella che si mostrò sul piano fisico, nessuno degli uomini della Terra vide questo annunciatore luminoso e le schiere luminose che gli erano intorno. Nessuno vide e udì, se non i pochi pastori a questo prescelti, che nella loro semplicità e unione con la natura poterono essere aperti a questo nel modo più facile.
E mai altrimenti si possono realizzare annunci tanto grandi qui sulla Terra, se non attraverso pochi eletti! Pensateci sempre; perché l'ordine delle Leggi della Creazione non può essere abolito per voi. Non costruite dunque immagini fantastiche per certi eventi che non possono mai essere così come voi li immaginate! Sono queste tacite esigenze che non scaturiscono mai da convinzioni vere, ma sono il segno di quella nascosta miscredenza e pigrizia spirituale che non hanno accolto la Parola del mio Messaggio così come essa richiede, per poter farsi vivente nello spirito umano.
Allora si credette ai pastori, almeno per un breve tempo. Oggi persone simili vengono solo derise, credute degli esaltati o addirittura degli imbroglioni che vogliono trarne vantaggi terreni, perché l'umanità è scesa troppo in basso, per poter accettare ancora come autentici gli appelli dalle Vette luminose, particolarmente se essi stessi non possono udire e neppure vedere nulla.
Credete dunque, uomini, che Dio ora, per questa vostra profonda caduta, rovesci le perfette Leggi della Creazione solo per servirvi, che scavalchi i vostri errori, che appiani la vostra pigrizia spirituale? La perfezione delle Sue Leggi nel Creato è e rimane sempre inviolabile, immutata; perché esse portano la Santa Volontà di Dio!
Così anche i grandi annunci che voi aspettate non si potranno mai effettuare altrimenti qui sulla Terra che in quella forma, che voi conoscete già da tanto tempo, e anche riconoscete se è lontana nel passato.
Un cosiddetto buon cristiano definirebbe senz'altro blasfemo quell'uomo, e vedrebbe in lui un grande peccatore, che osa asserire che l'annuncio della nascita del Figlio di Dio Gesù ai pastori sia una favola.
Eppure lo stesso buon cristiano rifiuta gli annunci del tempo presente con zelante sdegno, sebbene questi siano dati nello stesso modo, tramite chi l'ha avuto come dono di grazia, e ne chiama i latori senz'altro anche blasfemi, nei casi migliori forse solo fantasiosi o malati, o più volte dei traviati.
Ma riflettete voi stessi: dove c'è un pensiero sano, dove una severa consequenzialità, e dove è la giustizia? Unilaterali e morbosamente limitate sono queste opinioni dei credenti di stretta osservanza, come essi stessi amano definirsi. Eppure è nella maggioranza dei casi pigrizia del loro spirito, e quella che sempre ne segue, presunzione umana di deboli nello spirito, i quali si affannano ad aggrapparsi convulsamente, per lo meno in apparenza, a un punto degli eventi anteriori, una volta appreso ma non mai veramente vissuto nell'intimo, e che sono particolarmente incapaci di un progresso spirituale; e per questo rifiutano ogni nuova rivelazione.
Chi fra i credenti in particolare ha sospettato la Grandezza di Dio, che sta nell'evento che silenziosamente si compì in quella Santa Notte con la nascita del Figlio di Dio. Chi sospetta la Grazia che ne venne in dono alla Terra!
Ci fu allora giubilo nelle Sfere, oggi è il lutto. Solo sulla Terra alcuni uomini cercano di dare gioia a sé, o ad altri. Ma tutto questo non è nel senso che dovrebbe avere, se la conoscenza o in generale il vero concetto di Dio si muovesse nello spirito umano.
Se avessero il più piccolo sospetto della Verità, a tutti gli uomini accadrebbe come a quei pastori, e certo neppure potrebbe essere altrimenti, per la sua grandezza: cadrebbero subito in ginocchio . . . per terrore! Perché in quel presagio dovrebbe certo sorgere potente per prima cosa il terrore e sopraffare l'uomo, perché in quel presagio di Dio si palesa anche la grande colpa della quale l'uomo si caricò sulla Terra, solo per l'indifferenza con cui accoglie la Grazia di Dio, senza fare nulla, in effetti, al servizio di Dio!
Come è davvero strano che ogni uomo eccezionalmente desideroso che la festa del Natale abbia infine su di lui il giusto effetto, cerchi di trasferirsi nell'infanzia!
Questo è davvero da valutare un segno abbastanza chiaro del fatto che non è per nulla capace di vivere la festa del Natale da adulto, con l'intuizione spirituale! È la prova che ha perduto qualcosa che ha posseduto da fanciullo! Come non dà a pensare agli uomini questo!
Ancora è pigrizia spirituale che impedisce loro di occuparsi seriamente di queste cose. «È per fanciulli», pensano, e gli adulti non ne hanno tempo! Debbono pensare a cose più serie.
Più serie! Con queste cose più serie intendono solo la caccia alle cose terrene, cioè un lavoro dell'intelletto! L'intelletto presto respinge lontano quei ricordi, per non perdere la sua priorità, quando infine si dà spazio all'intuizione!
In tutti questi fatti apparentemente così piccoli si potrebbero riconoscere le realtà più grandi, se solo l'intelletto ne concedesse il tempo. Ma ha il sopravvento, e per esso lotta con astuzia e perfidia. Cioè, non esso, ma in realtà lotta quella che l'usa come strumento e che si cela dietro di esso: la Tenebra!
Essa non vuole che nei ricordi si trovi la Luce. E come lo spirito aneli a trovare la Luce, ad attingerne nuova forza, lo riconoscete dal fatto che con i ricordi del Natale del fanciullo si desta anche una indefinita, quasi dolorosa nostalgia, capace di commuovere per breve tempo molte persone.
Questa commozione potrebbe diventare il migliore terreno per il risveglio, se fosse utilizzata, subito e anche con tutta la forza! Ma purtroppo gli adulti in questo non arrivano che a fantasticherie in cui viene sciupata quella energia nascente, persa come nel gioco. E con le fantasticherie passa anche l'occasione, senza poter portare vantaggio o venire utilizzata.
Anche se taluni uomini ci versano su qualche lacrima, ne hanno vergogna, cercano di nasconderla, se ne scuotono con un gesto brusco che spesso denuncia un inconsapevole dispetto.
Quante cose gli uomini potrebbero imparare da tutto questo. Non invano nei ricordi dell'infanzia si mescola una leggera melanconia. È l'inconscia percezione intuitiva di aver perduto qualcosa che ha lasciato un vuoto, l'incapacità di intuire ancora con candore.
Ma avete certo notato spesso che effetto splendido, incoraggiante ha la sola, muta presenza di un uomo nei cui occhi a volte brilla una luce di candore infantile.
L'adulto non deve dimenticare che un candore infantile non è puerilità. Ma non sapete perché il candore infantile possa avere tale effetto, che cosa sia in fondo! È perché Gesù disse: «Siate simili ai fanciulli!»
Per approfondire ciò che è candore d'infanzia, vi deve prima essere chiaro che il candore d'infanzia non è affatto legato al fanciullo in sé. Voi stessi conoscete certamente fanciulli ai quali manca il peculiare, bel candore dell'infanzia! Ci sono dunque fanciulli senza candore infantile! Un fanciullo malvagio non darà mai l'impressione del candore, tanto meno uno maleducato o propriamente non educato!
Ne risulta chiaro che candore d'infanzia e infanzia sono due cose tra loro indipendenti.
Ciò che sulla Terra si chiama candore d'infanzia è un ramo dell'effetto dalla Purezza! Purezza nel senso superiore, non solo in quello terreno-umano. L'uomo che vive nel raggio della Purezza divina, che dà spazio nel suo intimo al raggio della Purezza, ha acquistato anche il candore d'infanzia, ancora nell'età infantile come da adulto.
Il candore d'infanzia è il risultato della purezza intima, o il segno che un tale uomo si è votato alla Purezza, la serve. Non sono che diverse espressioni, ma in realtà è sempre la stessa cosa.
Solo un fanciullo dal cuore puro può dunque dare il senso del candore infantile, e così un adulto che abbia in sé la purezza. Per questo dà un impressione di ristoro, ha un effetto vivificante, e anche incute fiducia!
E dove è la vera purezza può entrare anche l'amore genuino; perché l'Amore divino opera nel raggio della Purezza. Il raggio della Purezza è la sua via, quella su cui cammina. Non sarebbe in grado di camminare per un'altra.
E il raggio dell'Amore divino non potrà mai raggiungere chi non ha accolto in sé il raggio della Purezza!
Rifletteteci sempre e apportate, dono natalizio per voi, il fermo proposito di aprirvi alla Purezza, affinché alla Festa della Stella radiosa, che è la Festa della Rosa nell'Amore divino, il raggio dell'Amore possa giungere a voi sulla via della Purezza!
Allora avete festeggiato questa Santa Notte rettamente, come è secondo la Volontà di Dio! Voi portate così il vero ringraziamento per la Grazia inconcepibile di Dio, che Egli dona sempre di nuovo alla Terra con la Notte Santa!
Molti servizi divini vengono celebrati oggi, in memoria della nascita del Figlio di Dio. Percorrete con lo spirito, o anche con la memoria, chiese di tutti i generi, lasciate che la vostra intuizione parli, e volgerete decisamente le spalle da quei convegni che si chiamano uffici divini!
Al primo momento l'uomo è sorpreso del mio modo di parlare; non sa che cosa voglia dire con questo. Ma tutto solo perché finora non ha mai fatto la fatica di meditare sulle parole «ufficio divino», per poi confrontarle con quei fatti che vengono definiti uffici divini. Li avete semplicemente accettati, come molte cose che sussistono come abitudine secolare.
Eppure l'espressione «ufficio divino» è così univoca, che non potrebbe essere usata in un senso sbagliato, se l'uomo sempre di nuovo non accettasse senza difficoltà e continuasse indifferente abitudini secolari. Quello che attualmente è definito ufficio divino, nel migliore dei casi è una preghiera, collegata con tentativi umani di interpretare quelle parole che solo più tardi vennero scritte da mani umane come pronunciate dal Figlio di Dio.
È un dato di fatto che non si può mutare, dichiarazioni che nessun uomo può contraddire, se vuole rimanere onesto di fronte a se stesso e alla realtà degli avvenimenti. E prima di tutto se non rimane troppo pigro per rifletterci a fondo e non usa, a propria discolpa, vuote frasi fatte, di seconda mano.
Eppure proprio l'espressione «ufficio divino» è, nel suo genere, fin troppo vivente, e parla da sé agli uomini con tanta chiarezza, che con solo qualche sensibilità intuitiva non potrebbe quasi essere usata per ciò che oggi viene ancora così definito, sebbene l'uomo terreno si illuda di aver progredito molto.
Bisogna che il servizio divino assuma ora una forma viva, se l'espressione deve farsi realtà, con tutto ciò che questo comporta. Si deve mostrare nella vita. Se io domando che cosa intendete voi uomini per servizio, cioè per servire, non ci sarà neppure uno che risponda altrimenti che con la parola: lavorare! È già chiaramente implicito nella parola «servizio», e non è proprio possibile pensare a qualcosa di diverso.
È il servizio di Dio sulla Terra naturalmente non è niente altro, se non lavorare qui sulla Terra nel senso delle Leggi di Dio, operare sul piano terreno vibrando in esse. Trasformare la Volontà di Dio in azione sulla Terra!
E questo ovunque difetta!
Chi mai cerca di servire Dio nell'attività terrena? Qui ognuno pensa solo a se stesso, e in parte a coloro che gli stanno vicino sulla Terra. Invece egli crede di servire Dio quando lo prega!
Riflettete allora voi stessi: dove c'è effettivamente in questo il servire Dio? Esso è molto di più tutto il resto, che servire! Così è una parte di quello che oggi si dice servizio divino, quello che comprende la preghiera. L'altra, L'interpretazione della parola scritta da mano umana, può a sua volta essere considerata semplicemente un apprendere da parte di chi realmente si sforza per raggiungere l'intelligenza di queste cose. Giacché gli indifferenti e i superficiali sono fuori causa.
Non a torto si dice «frequentare» il servizio divino, o di essere «presenti» ad esso. Sono le espressioni appropriate, che parlano da sole!
Ma il servizio divino l'uomo lo deve eseguire da sé e non tenersi da parte. «Supplicare» non è servire; perché supplicando l'uomo vuole in genere avere qualcosa da Dio, e Dio deve allora fare qualcosa per lui, ciò che in fin dei conti è molto lontano dal concetto di «servire». Domandare e pregare non hanno dunque nulla a che fare con un servizio divino.
Questo sarebbe certo senz'altro comprensibile per ogni uomo. Deve esserci pure un senso in tutto ciò che l'uomo fa sulla Terra, non può abusare arbitrariamente del linguaggio che gli fu donato, senza che questo gli rechi danno. Se non ha acquisito nessuna conoscenza della potenza che riposa anche nella parola umana, questo non può proteggerlo.
È colpa sua se lo omette! Ed è allora soggetto agli effetti di un falso uso della parola, ciò che diventa per lui un impedimento invece che un progresso. Il dinamismo automatico di tutte le Leggi originarie del Creato non si arresta e non indugia davanti alle omissioni degli uomini, ma tutto ciò che è stato costituito nel Creato prosegue il suo cammino con la più inamovibile precisione.
È ciò che gli uomini non considerano mai e perciò neppure osservano, per loro danno. Perfino nelle cose più piccole, più insignificanti, questo si effettua sempre in conformità.
La definizione in sé falsa di quelle riunioni che hanno nome di «servizi divini», ha anche contribuito molto a che il vero servizio divino non fosse eseguito dagli uomini, perché ognuno credeva di aver già fatto abbastanza, se aveva assistito a un servizio divino come questo, che non fu mai un vero servizio divino. –
Chiamate queste riunioni un'ora di adorazione di Dio in comune, almeno ciò si avvicinerebbe al senso e giustificherebbe fino ad un certo grado anche l'istituzione di ore particolari a questo fine, sebbene l'adorazione di Dio possa essere anche in ogni sguardo, in tutto il pensare e l'agire, e trovarvi espressione.
Qualcuno penserà ora che questo non è affatto possibile, senza apparire affettato, troppo voluto. Eppure non è così. Quanto più prorompe la vera adorazione di Dio, tanto più naturale diventerà l'uomo in tutto il suo agire, perfino nei suoi movimenti più semplici. Vibrerà allora di sincera gratitudine per il suo Creatore e godrà dei Suoi benefici nella forma più pura.
Immedesimatevi oggi, per la festa della Notte Santa, in uno qualsiasi dei servizi divini sulla Terra.
Giubilante ringraziamento, beatitudine, dovrebbero vibrare in ogni parola, per la Grazia che Dio un giorno concesse agli uomini. Del resto, quanto tra gli uomini si sa apprezzare questa Grazia; giacché di afferrarne tutta l'intrinseca grandezza, lo spirito umano non è capace.
Ma là si cerca invano ovunque. Manca lo slancio gioioso verso le Vette luminose! Nessuna traccia di un giubilo di gratitudine. Spesso si può notare perfino ancora un peso, che ha la sua origine in una delusione che l'uomo non sa spiegarsi.
Solo una cosa si trova ovunque, qualcosa che rende la natura dei servizi divini di qualsiasi confessione come incisa col bulino più acuto, lo caratterizza o lo forza a farsi corpo udibile, in tutto ciò che vibra nel servizio divino: come un suono lugubre che passa attraverso tutte le voci predicanti, la cui continua ripetizione stanca e si pone come un velo grigio sulle anime sonnolente.
Ciononostante vi suona a volte anche come un nascosto lamento per qualcosa di perduto! O qualcosa di non trovato! Andateci da voi e ascoltate. Ovunque troverete questo fatto strano, sorprendente!
Gli uomini non ne sono coscienti, ma, per dirlo con un termine usuale: càpita!
E c'è una verità. Succede così senza che l'oratore lo voglia, e dimostra molto chiaramente in che atmosfera tutto questo vibra. Di uno slancio gioioso verso l'alto non si può parlare, e neppure di una vampa di fiamma che ascende, ma è come un fuoco cupo e smorto, che non sa raccogliere le forze per rompere liberamente verso l'alto.
Ma quando il parlante non si lascia «trasportare» dalla lugubre e stanca vibrazione di questi uffici divini, se resta impassibile di fronte ad essa, ciò che significherebbe una certa tiepidezza o una cosciente astensione, allora tutte quelle parole appariranno cariche di unzione, equivalenti cioè a bronzi sonori, freddi, senza calore, senza convinzione.
In entrambi i casi manca l'ardore della convinzione, manca la forza della conoscenza vittoriosa, che con giubilante entusiasmo vuole annunciarsi a tutti i suoi simili!
Quando come nella espressione «servizio divino», si usa una definizione falsa per qualcosa il cui contenuto è diverso da ciò che indica la parola, questa falsità ha effetto. L'energia che potrebbe esserci viene spezzata fin dall'inizio, per l'uso di una definizione falsa e non può prender vita vera, univoca vibrazione, perché col segno della parola è sorto un concetto diverso, che poi non si è compiuto. L'esecuzione del servizio divino è in contraddizione con l'immagine che le parole «servizio divino» fanno nascere nell'intuizione più profonda di ogni spirito umano.
Andate e imparate, e riconoscerete presto dove vi viene offerto il vero pane della Vita. Prima di tutto utilizzate le riunioni in comune come ore di solenne adorazione di Dio. Ma il servizio divino mostratelo in tutto l'operare della vostra esistenza, nella vita stessa; perché così dovete servire il vostro Creatore, riconoscenti, giubilanti per la Grazia di poter essere!
Fate di tutto ciò che pensate e operate un servire Dio! Allora vi porterà quella pace a cui aspirate. E anche se gli uomini vi opprimono molto, sia con l'invidia, la malignità o le loro basse abitudini, voi porterete la pace dentro di voi per sempre, ed essa alla fine vi permetterà anche di superare tutte le difficoltà!
Abd-ru-shin
- Categoria: Contenuti del Messaggio
- Visite: 1530
VOLUME I
Questa sia la vostra guida!
1. Che cercate?
2. Invocazione alla guida
3. L'Anticristo
4. Moralità
5. Destatevi!
6. Il silenzio
7. Ascesa
8. Culto
9. Irrigidimento
10. Candore
11. Castità
12. Il primo passo
13. L'Universo
14. La stella di Betlemme
15. La lotta
16. Le moderne scienze dello spirito
17. False vie
18. Che cosa separa oggi tanti uomini dalla Luce?
19. C'era una volta...!
20. Deviazioni
21. La parola umana
22. La donna della Creazione posteriore
23. Sottomissione
24. Pigrizia spirituale
25. L'uomo terreno dinanzi al suo Dio
26. Tutto ciò che è morto nella Creazione deve essere risvegliato affinché si giudichi!
27. Il Libro della Vita
28. Il Regno dei mille anni
29. Una parola necessaria
30. La grande Cometa
31. Colui che insegna la dottrina dei Mondi
32. Lo Straniero
33. Salvezza! Redenzione!
34. Il linguaggio del Signore
- Categoria: Contenuti del Messaggio
- Visite: 1512
La Luce deve ora illuminare la terra, come avrebbe dovuto essere un tempo, quando l'astro della Promessa brillò sopra una stalla di Betlemme.
Ma la Luce fu allora accolta da pochi, e coloro che li udirono, secondo il costume degli uomini, presto la alterarono e la deformarono, tentando di sostituire quello che avevano dimenticato con interpretazioni loro, e creando quella confusione di opinioni che oggi è data come verità intangibile.
Nell'angoscia che tutto crolli solo se l'ultimo pilastro si riveli poco sicuro, essi combattono e insudiciano ogni raggio di Luce che può portare con sé la sapienza, e se non possono agire diversamente, almeno lo ridicolizzano con una malignità e una perfidia che dimostrano con evidenza, a una lucida riflessione, come in tutto questo non siano mossi che dalla paura! Ma una riflessione lucida è raro trovarla sulla terra.
Ma nonostante tutto la Luce della vera conoscenza deve finalmente venire su tutta l'umanità!
È giunto il tempo in cui tutto ciò che di malato il cervello umano ha prodotto, venga spazzato via dalla Creazione, perché non soffochi più questa rivelazione: che la Verità è diversa da quelle costruzioni inconsistenti che la superbia presuntuosa e l'affarismo, l'immaginazione malata e l'ipocrisia, dietro lo stimolo della potenza terrena e degli onori della terra, hanno creato nella greve palude dell'angustia e della miseria loro.
Sarà la maledizione su coloro che traviando milioni di uomini li hanno ridotti a tale schiavitù da non osare oggi aprire gli occhi alla Luce, e anzi diffamano ciecamente qualunque cosa giunga alle loro orecchie, se suona altrimenti da come era loro suonato finora, invece di ascoltare più attenti, e di domandarsi, finalmente, se questa voce nuova non risponda alla loro comprensione meglio di quello che hanno imparato finora.
Le loro orecchie sono turate, e si veglia ansiosamente perché nessuna folata d'aria fresca giunga ad esse; unicamente per pigrizia, e per la paura che quest'aria fresca, portando la guarigione, esiga attività di spirito, chieda e imponga uno sforzo personale; in luogo dell'attuale dormiveglia spirituale, comodo solo in apparenza, causa di un greve letargo che permette ogni arbitrio all'inganno dell'intelletto falsato e corrotto!
Ma non vi serve chiudere le orecchie alla Parola nuova, serrare gli occhi perché la Luce non vi abbagli e non vi spaventi! Sarete scossi violentemente dal vostro triste assopimento! E avrete freddo davanti alla gelida Luce che vi spoglierà spietatamente dei vostri travestimenti: avrete freddo perché la scintilla spirituale che è in voi non potrà più essere accesa per scaldarvi e portarsi dal vostro intimo all'unione con la Luce.
È così facile per voi credere all'incredibile! Perché così non avete bisogno di far la fatica di pensare da voi stessi, di esaminare tutto. Appunto perché l'incredibile non può misurarsi con le divine Leggi della natura, vi è necessario credere senza domandarvi il perché e il per come: bisogna che voi crediate ciecamente, e vi sembra, questa, grandezza! E in una posizione così comoda, immaginate di essere particolarmente credenti, vi mettete semplicemente al di sopra di tutti i dubbi e… vi sentite bene, protetti, generosi, religiosi e sicuri della beatitudine eterna!
Ma in questo modo non avete superato il dubbio: l'avete vilmente aggirato! Avevate troppa pigrizia spirituale per agire da soli, e avete preferito la fede cieca alla conoscenza degli avvenimenti naturali previsti dalla Legge della Volontà divina. Le fantasticherie del cervello umano vi hanno aiutato. Perché più l'oggetto della vostra fede è impossibile e incomprensibile, più vi è comoda la fede cieca nel pieno significato del termine; non può essere altrimenti in cose come queste: diventa inevitabile eliminare la conoscenza e la vera convinzione.
Soltanto l'impossibile esige una fede cieca e senza riserve; ciò che è possibile stimola immediatamente il pensiero personale. Dove c'è la Verità, che si mostra sempre sotto un aspetto naturale e logico, cominciano spontaneamente il pensiero e la riflessione intuitiva. Essi si fermano solo quando non trovano nulla di naturale, dunque quando la Verità non c'è. E soltanto l'intuizione del pensiero può portare l'intimo convincimento, quello che solo apporta i suoi valori allo spirito umano!
Così oggi si chiude anche il cerchio aperto in quel Natale di Betlemme! E il suo chiudersi dovrà eliminare gli errori della tradizione, e portare alla vittoria la Verità. Le Tenebre create dagli uomini saranno disperse dall'impeto della Luce!
Tutte le leggende intessute nei tempi intorno alla vita di Gesù debbono essere eliminate, perché essa si levi finalmente nella sua purezza, in armonia con le Leggi divine, quale altrimenti non poteva essere in questa Creazione. Nei culti che voi stessi avete instaurato, avete fino ad oggi rinnegata con leggerezza delittuosa la perfezione del Creatore, del vostro Dio.
E un Dio imperfetto nella sua volontà voi lo rappresentate intenzionalmente e coscientemente! Ne ho già parlato, e per quanto vi diate da fare, non c'è scappatoia che vi salvi: siete stati troppo pigri per pensare da voi stessi. Non onorate Dio, credendo ciecamente in cose che non si possono identificare con le Leggi originarie della Creazione! Al contrario, se credete nella perfezione del Creatore, dovete sapere che nulla può avvenire qui nella Creazione se non deriva esattamente dalle Leggi inflessibili di Dio. Solo così potete veramente onorarlo.
Chi pensa altrimenti mette in dubbio con questo la perfezione del Creatore, del suo Dio! Perché dove sono possibili mutamenti e miglioramenti non c'è e non c'è stata perfezione! L'evoluzione è un'altra cosa. Essa è prevista e voluta nella Creazione. Ma essa deve necessariamente darsi come conseguenza degli effetti di Leggi già esistenti. Ma questo non si concilia con alcune cose che vengono ammesse da molti credenti come verità evidenti, particolarmente nella vita di Cristo!
Destatevi finalmente dai vostri sogni, diventate veri in voi! E vi sia detto ancora una volta, è impossibile, secondo le Leggi della Creazione, che corpi umani possano nascere sulla terra senza un concepimento anteriore nel piano fisico, e altrettanto è impossibile che un corpo di materia fisica sia elevato dopo la sua morte nel regno della materia eterea, e meno ancora in quello dell'essenzialità o addirittura in quello dello spirito! E siccome Gesù doveva nascere qui sulla terra, la sua nascita era sottomessa alla Legge di Dio nella materia fisica, all'antecedente procreazione.
Dio avrebbe dovuto agire contro le Sue stesse Leggi, se fosse avvenuto per Cristo quello che riferisce la tradizione. Ma questo non può essere, perché Dio è perfetto fin dall'origine, e così la Sua Volontà, immanente nelle Leggi della Creazione. Chi osa pensare diversamente dubita di questa perfezione e perciò, in ultima analisi, anche di Dio! Dio infatti senza la Sua perfezione non sarebbe Dio. Non si può sfuggire al dilemma! Nessuno spirito umano potrebbe sofisticare su questa semplice evidenza, anche se vedesse crollare la base di molte cose a cui ha sempre creduto. È un aut aut. O tutto o nulla. Non ci sono compromessi, perché nulla nella Divinità può essere parziale o incompleto! E così nulla di ciò che ha a che fare con Dio!
Gesù fu generato fisicamente, altrimenti la Sua nascita sulla terra sarebbe stata impossibile.
Solo alcuni riconobbero allora nella Stella il compimento della Promessa. Tra loro Maria stessa e Giuseppe, che si coprì il volto nella commozione.
Tre re trovarono la via verso quella stalla e offrirono i loro doni terreni. Ma poi abbandonarono senza protezione quel Fanciullo a cui avrebbero dovuto appianare le vie della terra con i loro tesori, la loro potenza, perché nessun male lo toccasse nel compimento della Sua missione. Non avevano riconosciuto completamente il loro alto compito, sebbene per rivelazione avessero potuto trovare il Fanciullo.
L'inquietudine spinse Maria a lasciare Nazareth, e Giuseppe, vedendo il muto dolore e la nostalgia di lei, ne accontentò il desiderio solo per farla serena. Affidò la propria bottega al più vecchio dei suoi operai e cominciò, con Maria e il Fanciullo, il suo viaggio verso un paese lontano. Il lavoro quotidiano e i pensieri d'ogni giorno fecero dimenticare, piano piano, per entrambi, il ricordo della Stella Luminosa, anche perché Gesù non rivelava negli anni della giovinezza, nulla di eccezionale; anzi aveva la naturalezza di tutti i ragazzi.
Solo dopo il ritorno nella città natale, quando Giuseppe, che per Gesù era sempre stato il migliore e il più paterno degli amici, venne a morire, vide sul capo del Figlio, che era solo al suo capezzale, nel momento del trapasso, la Croce e la Colomba. E disse fremendo le sue ultime parole: «Allora Tu lo sei!»
Gesù stesso non sapeva nulla ancora, fino al giorno in cui si sentì chiamato verso Giovanni, di cui udiva che insegnava la sapienza e battezzava sulle rive del Giordano.
Con questo gesto materiale del battesimo, l'inizio della Sua missione fu saldamente ancorato al mondo fisico. La benda cadde dagli occhi. Da questo momento Gesù ebbe coscienza di dover portare all'umanità terrestre la Parola del Padre.
Tutta la Sua vita si svolgerà davanti a voi come fu veramente, spogliata dalle fantasie dei cervelli umani! Al chiudersi dei tempi, nel Giudizio, sarà nota a tutti nella vittoria di questa Verità che per un lungo tempo non potrà mai essere oscurata!
Maria lottò con i suoi dubbi, fatti più pesanti dall'angoscia materna per il Figlio suo, fino al dolente cammino del Golgota. Tutto fu pura umanità, nulla fu soprannaturale. Solo allora, alla fine, ebbe la conoscenza della Sua missione e con essa la fede.
Ma al nostro tempo, ritornando la Stella, ogni errore deve essere condonato dalla Grazia di Dio; e anche gli errori di coloro che resero più difficile un giorno la via di Cristo ma senza peccare di protervia e di cattiva volontà, e che oggi, al compimento del ciclo, lo riconoscono e cercano di riparare alle loro colpe e alle loro mancanze.
In questa volontà di riparazione sorge per loro, con la Stella Luminosa, il riscatto. E liberati, potranno rendere grazie giubilando a Colui che nella Sua Saggezza e Bontà pose le Leggi per cui le Sue creature debbono giudicare e riscattare se stesse.
Abd-ru-shin
- Categoria: Contenuti del Messaggio
- Visite: 1510
VOLUME III
1. Nella terra del crepuscolo
2. Almanaccatori
3. Martiri volontari, fanatici religiosi
4. Servi di Dio
5. Istinto degli animali
6. Il bacio dell'amicizia
7. Lo strumento distorto
8. Il fanciullo
9. Il compito della femminilità umana
10. Onnipresenza
11. Cristo ha detto...!
12. Il «movimento» come Legge della Creazione
13. Il corpo terreno
14. Il mistero del sangue
15. Il temperamento
16. Veglia, o uomo, nel tuo cammino attraverso la Creazione, affinché la trama del destino non freni ma stimoli la tua ascesa!
17. Una nuova Legge
18. Dovere e fedeltà
19. Bellezza dei popoli
20. È compiuto!
21. Al limite della materia fisica
22. Riconoscere Dio
23. Il nome
24. L'Essenzialità
25. Le Essenze minori
26. Nella fucina materiale fisica delle Essenze
27. Un'anima cammina . . .
28. Donna e uomo
29. Anime distorte
30. La guida spirituale dell'uomo
31. Fili di Luce su di voi!
32. La Regina originaria
33. Il circuito delle radiazioni
34. Guardatevi dai farisei!
35. Posseduti
36. Pregate, e vi sarà dato!
37. Ringraziamento
38. Sia fatta la Luce!
39. Insostanziale
40. Natale
41. Non cadete in tentazione!
42. Il senso della famiglia
43. L'intimità della casa
44. Credenti abituali
45. Guarda, che cosa ti giova!
46. Onniscienza
47. Il sesso debole
48. Il ponte distrutto
49. La protettrice della fiamma
50. Visione d'insieme del Creato
51. Anima
52. Natura
53. Germi dello spirito
54. Germi dell'Essenzialità
55. Il cerchio dell'Essenzialità
56. I piani della Spiritualità Originaria I
57. I piani della Spiritualità Originaria II
58. I piani della Spiritualità Originaria III
59. I piani della Spiritualità Originaria IV
60. I piani della Spiritualità Originaria V
61. I piani della Spiritualità Originaria VI
62. I piani della Spiritualità Originaria VII
63. Epilogo: Come accogliere il Messaggio.
- Categoria: Contenuti del Messaggio
- Visite: 1468